Di Carlo Longo
Cari compagni ed amici, vi ricordate come avvenivano le crisi di Governo nella cosiddetta Prima Repubblica? Mi rivolgo soprattutto ai più maturi di noi, poiché il sottoscritto per ragioni anagrafiche di quel periodo può avere solo racconti e nozioni derivanti da modeste conoscenze storiche. Comunque se non erro il copione era sempre lo stesso..il Parlamento votava la fiducia ad un Governo guidato da un esponente del partito di maggioranza relativa (la DC) appoggiato da partiti minori centristi e poi anche dai socialisti; dopo qualche mese o, al massimo, un anno all’interno della stessa DC a seguito di diatribe fra correnti e rimescolamenti congressuali emergevano dei malumori che portavano ad un processo di crisi rigorosamente extraparlamentare (con buona pace della nostra Costituzione) dal quale scaturiva la sostituzione del Governo con un altro appoggiato dalle stesse forze politiche e guidato sempre da un democristiano ma diverso dal precedente Premier. Questo, salvo rare eccezioni, era l’iter che si è ripetuto per oltre quarant’anni e che ha portato anche danni al nostro Paese, poiché (ferma restando l’indubbia qualità di una parte degli esponenti democristiani) lo stesso era ancorato a logiche di diatribe interne della DC le quali prevalevano sull’interesse nazionale. Ora immaginate al posto della DC il nostro Partito e, al posto dei vecchi democristiani, Renzi e Letta (e qua bisogna dire che non è difficile l’immaginazione)..non viene anche a voi una sensazione di deja vu? Vi premetto che chi scrive non è stato certo uno strenuo sostenitore del Governo Letta e non passerà certo notti insonni nell’apprendere che probabilmente la signora Cancellieri sarà costretta ad abbandonare il ruolo di assistente spirituale della famiglia Ligresti, ma ciò non toglie che ci troviamo di fronte ad una situazione in cui la Direzione del nostro Partito sfiducia il Premier dello stesso Partito (atto che dovrebbe essere percepito come di un’importanza e di una gravità enorme), per fare cosa? Un altro Governo con presumibilmente la stessa (risicata) maggioranza (a meno che non si voglia allargare a Forza Italia ed allora peggio mi sento) ed un Premier sempre del PD …..ora vero è che Renzi ha avuto una forte legittimazione politica alle primarie da parte del nostro popolo (ma come Segretario e non certo come Premier) e che lo stesso non difetta certo di autostima ma se il Governo Letta (come lui dice) ha portato l’Italia “nella palude” si è così certi che basti cambiare il guidatore lasciando tutto il resto invariato (in primis le forze politiche che lo sostengono, rappresentate oltretutto in un Parlamento eletto sulla base di una Legge dichiarata incostituzionale) per “cambiare verso”? Forse anche assumendo in maniera fideistica che Letta sia un incapace (ma allora come spieghiamo ai nostri elettori il fatto di averlo voluto alla guida del Governo) e Renzi l’erede naturale di Cavour tale prospettiva appare un poco avventurosa, e finalizzata più a soddisfare le legittime ambizioni personali del Segretario che altro. Speriamo bene….. Comunque la cosa più paradossale, al punto quasi di diventare comica, di questa vicenda è stato l’atteggiamento tenuto dalla sedicente “sinistra” del nostro Partito, cioè da quell’agglomerato di correnti (dalemiani, bersaniani, giovani turchi) rappresentativa fra una buona parte dei nostri iscritti (meno fra i nostri elettori) che nelle prime settimane della Segreteria Renzi aveva mostrato un’apprezzabile coerenza nel contrastare certe derive personalistiche del Segretario (anche con gesti di grande dignità, si vedano le dimissioni di Fassina e Cuperlo). Ora gli stessi che di fronte alle battute di Renzi si erano strappati i capelli, parlando di mancanza di democrazia interna e altre cose, adesso accolgono senza battere ciglio la mossa di Renzi di mettersi alla guida del Governo, cacciando un compagno di Partito. Qual è la motivazione di tale appoggio, non detta ovviamente in maniera esplicita ma dichiarata sottovoce da molti esponenti della predetta corrente? Niente meno che il desiderio di far logorare Renzi con l’esperienza di Governo per poterlo poi bruciare definitivamente; ottimo ragionamento se non fosse per un piccolissimo particolare..che se fallisce Renzi stavolta non si “brucia” solo lui ma, in maniera irreversibile, il nostro Partito e forse anche il nostro Paese! Dei veri statisti non c’è che dire! Ma del resto sono gli stessi che si trinceravano all’ombra del nostro mai troppo rimpianto Segretario Bersani salvo poi imbrigliarlo e logorarlo..quindi di cosa stiamo parlando?
Una cosa è certa però: le soluzioni per la crisi del Paese possono venire, con tutti i suoi limiti, solo dal nostro Partito! L’alternativa non può venire certo dai qualunquisti e pregiudicati Grillo e Berlusconi! Quindi buon lavoro e soprattutto buona fortuna a Matteo Renzi..di fortuna lui, e soprattutto il nostro Partito e il nostro Paese ne avranno veramente bisogno!!
Ciao Carlo ti esprimo il mio compiacimento per la accurata e scrupolosa analisi della situazione che hai esposto nel tuo messaggio. Condivido in toto quanto con estrema serenità hai scritto nel tuo messaggio. Se posso aggiungere la mia riflessione preciserei che se fossi una iscritta al PD mi sarei sentita fortemente tradita dal mio Segretario Nazionale. Per pura ambizione e con tanta arroganza, per puro arrivismo, ha commesso una azione veramente scorretta e spregiudicata nei confronti del primo ministro che appartiene al suo stesso partito, impedendogli tra le altre cose la prosecuzione di quanto era in corso tra i lavori parlamentari. Non ultimo un grandissimo torto agli iscritti ed uno scalpo alla Nazione intera. Tale azione cosìcondotta rimette anche in discussione la democrazia nel nostro paese. Preciso in oltre che le maggioranze parlamentari si troverebbero anche più assottigliate se SEL passa in minoranza (non ho questo dato aggiornato alle ultime ore quindi da prendere con beneficio d’inventario) In questo momento nessuno aveva necessità di ciò, non ci possiamo permettere assolutamente di andare avanti a tentativi per governare il nostro paese. Grazie
Buongiorno Carlo,
mentre mi accingo a scrivere ho già coscienza che il mio non sarà un semplice commento ma in considerazioni delle riflessioni che il tuo articolo evoca anche questo avrà la stessa consistenza.
Quanto rappresenti nel tuo scritto sono gli stessi dubbi e perplessità che assillano il motore del Partito Democratico. La base militante.
Quello che sta avvenendo è purtroppo il segno del tempo, in cui il consenso delle persone è il mezzo per affermarsi e poi disattendere ed ignorare gli stessi fautori della propria affermazione.
Basta vedere questi Signori ,nominati e non eletti, rivolgersi ai cronisti con aria di sufficienza evadendo domande sacrosante dimentichi del motivo per cui essi sono la.
Nel mondo sindacale è avvenuta la stessa cosa.
Io ho vissuto la capillarità delle scelte e della condivisione di percorsi con confronti serrati e costruttivi, oggi tutto questo è finito .
I vertici decidono e la base ratifica non avendo più potere decisionale.
Anche la CGIL si è allineata a questa strategia lasciando Landini a fare la figura del disfattista!
Credo che il Vs Partito debba rendere conto alla base di cambiamenti di rotta tanto repentini per quanto forti le affermazioni di contrarietà iniziali.
MAI AL GOVERNO CON IL POPOLO DELLA LIBERTA!
Naufragato il tentativo con M5S, eccovi lì nelle larghe intese.
MAI ACCORDI CON UN PREGIUDICATO !
Ed ecco subito l’accordo sulla nuova legge elettorale TRUFFA.
Di di colpo quelle che erano le giustificazioni avanzate dal centro-dx per il non decadimento di Berlusconi, sono divenute le valide motivazioni sostenute dal PD per cui era giusto che si facesse la legge elettorale con il Cavaliere.
E quanto si sono spesi i VS insigni rappresentanti a dire nei talk -show che era giusto cosi!
LETTA STAI SERENO!!
E di colpo il siluro di Renzi sostenuto da coloro, Fassina e Cuperlo in primis e correnti varie, che inizialmente lo avevano osteggiato. Alla faccia della coerenza.
Il mio augurio per Voi, per un discorso di coerenza, è che il simpatico CIVATI mantenga almeno lui la posizione, ma dubito.
Alla fine come sempre avviene, a meno di scissioni, tutto rientra nella logica del partito e della poltrona.
Dubito altresì della Tua considerazione un poco machiavellica in cui quanto si muove nel PD ha la finalità di bruciare Renzi!
Pensa se invece fosse Renzi a muoversi per bruciare il PD!
Dalla crisi non può tirarci fuori il tuo partito perchè Il Tuo partito Carlo non c’è più, è già evaporato qualche anno fa ed oggi con Renzi e con tutti i suoi accoliti si è sublimato.
Ma li senti come parlano, tutti con la stessa aria di saccenza , tutti con la lezioncina appena imparata distanti dai problemi reali idealizzando qualcosa che nel ns Paese per come strutturato non è applicabile.
Vogliamo parlare di quel genio di Iachino con la ossessione del modello Olandese (o Danese?)
la sua flex-security?
Mai un partito di Sinistra avrebbe appoggiato passaggi parlamentari per la modifica in termini liberisti del mondo del lavoro, delle garanzie del lavoro stesso e della truffa delle pensioni, dello smantellamento dello stato sociale.
Dove era il Tuo partito e dove era anche il mio punto di riferimento.
ASSENTI
Il cambiamento, e non parlo del solo PD, non passerà sicuramente per quei partiti che oggi per la miriade di interessi che debbono difendere hanno braccia e mani legate dalle lobby che li sostengono.
Personalmente credo che i ns problemi sono iniziati con un cattivo ingresso nell’Euro questo sì voluto da un uomo di sinistra, Romano Prodi unito alla crisi del sistema industriale.
Si è spinto per un cambio dell’euro a circa 2000 lire quando il cambio reale era a 1500, favorendo le azienda esportatrici ma penalizzando tutte le importazioni ( la Germania ha cambiato 1 marco=1 euro) e per di più è mancato il controllo sulla stabilità dei prezzi al momento dell’addio alla lira.
Tutti noi “grandi” ricordiamo le 6.000 lire di una pizza margherita divenuta di colpo 6 euro.
Nel mondo globale di oggi, in cui la competizione non con il prodotto cinese ma con il polacco piuttosto che il serbo è impossibile il paese Italia deve puntare su quello che soltanto l’Italia può offrire, turismo,archeologia, agricoltura, prodotti tipici e prodotti ad alto valore aggiunto,nonché grandi investimenti in opere pubbliche.. insomma quello che viene rappresentato dai tanti politici che poi non si adoperano per il cambiamento che deve passare attraverso la rinegoziazione del cambio con l’euro, piuttosto che un deciso taglio delle spese.
Nel quadro politico attuale oggi vedo solo due partiti capaci di interpretare VERAMENTE tale passaggio, ma hanno la difficoltà di essere fuori dal sistema.
Siamo noi elettori che possiamo creare le condizioni per il cambiamento ma soltanto quando saremo capaci di uscire dalla logica del partito a prescindere.
Ciao, e grazie dell’opportunità
Gianfranco gambellini
Riano,18-2-2014