Venerdì scorso, alla festa dell’Unità di Riano, hanno suonato gli Sbronzi di Riace. Bravi come sempre. L’emozione maggiore, però, veniva dall’osservazione del pubblico che li ascoltava. Dai primi accordi di ogni canzoni di lotta e di emancipazione suonata si percepiva un’adesione a passioni e speranze mai spente. Chiedersi che partito sia il PD, osservando chi partecipa alle sue feste, fornisce una sola risposta: è il partito del popolo e dei lavoratori. Un partito della sinistra.
Allo stesso tempo, invece, si sta svolgendo un congresso, non tra gli iscritti e i cittadini ma tra i gruppi dirigenti, che probabilmente farà della sinistra solo una componente, minoritaria, del partito che verrà. E tutto mentre, invocando un perenne stato di necessità, si sta governando insieme ad un pregiudicato e si tagliano le tasse ai più ricchi, come il pasticcio sull’IMU dimostra, invece di destinare quei fondi al rilancio dell’occupazione.
Il partito democratico ha un senso e una funzione se è veramente democratico, se non chiama i suoi iscritti ed elettori ad esprimersi solo sul nome del segretario, del leader, ma a farlo sui temi concreti che toccano la vita dei cittadini: le politiche del lavoro, i diritti sociali, quelli civili. Le sorprese potrebbero essere molte e positive.