No a Corcolle

La sciagurata ipotesi di una discarica a Corcolle è stata sconfitta. Certo la lotta dei cittadini non è conclusa. In questi giorni molti interessi si stanno riposizionando. Noi, certo, continueremo la nostra battaglia per l´ambiente, la salute e la legalità. Molto importanti le dichiarazioni rilasciate dal ministro Clini al quotidiano il manifesto. Leggiamo le ragioni della sua opposizione a Corcolle: “Il problema di Corcolle, dal punto di vista solo ambientale, è che il sito è di materiale tufaceo e quindi molto permeabile mentre i requisiti di legge stabiliscono che le discariche debbano essere caratterizzate da materiale estremamente impermeabile. La direttiva europea è molto chiara, i siti che non soddisfanno questi requisiti sono considerati a grave rischio ecologico. L’altro aspetto critico di Corcolle è rappresentato dal bacino acquifero sottostante: ci sono due sorgenti lineari con una portata complessiva di tremila litri al secondo. Ecco perché quel sito non è adatto”. Sembra stia parlando di Quadro Alto e Pian dell´Olmo.
Clini poi aggiunge circa l´alternativa a Corcolle: “Dalla regione abbiamo avuto l’indicazione preliminare di sette siti, individuati senza che fosse stata effettuata una valutazione ambientale strategica. Ora tra questi sette siti due sono più sicuri, due potrebbero essere utilizzati previo interventi di opere di ingegneria e tre più critici tra cui Corcolle”. Ma quali sono questi siti?
Al momento della presentazione del suo “Piano per Roma” il ministro aveva affermato che i siti sono stati divisi in 4 gruppi: “Il primo gruppo riguarda quelli che risultano più idonei per le caratteristiche morfologiche, idrogeologiche del territorio, e sono Monte Carnevale e l’altro, già individuato dalla Regione, Pizzo del Prete. Quello di Monte Carnevale ha le caratteristiche per poter essere attivato in tempi brevi perché sostanzialmente una fossa può essere adattata rapidamente, poggia su una base di argilla di circa 100 metri, assolutamente impermeabile rispetto sia alla discarica di Malagrotta sia alla zona dove insistono gli impianti petroliferi. Non è un’area, cioè, dalla quale possono derivare contaminazioni ambientali circostanti. Sappiamo benissimo che su questo ci sono delle controindicazioni di carattere sociale ma noi per dovere di trasparenza dobbiamo dire quali sono le motivazioni in base alle quali l’abbiamo messa nel primo gruppo”. Nel secondo gruppo, poi, ci sono Monti dell’Ortaccio e Pian dell’Olmo. Nel terzo Quadro Alto e Corcolle. Nell’ultimo, e definitivamente esclusi, Osteriaccia e Castel Romano.

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