Allo scrittore, sceneggiatore, giornalista, critico teatrale e cinematografico Ennio Flaiano è attribuita questa frase: “La situazione politica in Italia è grave ma non è seria” . Il raffinato umorista abruzzese, se fosse ancora vivo, la ripeterebbe oggi tale e quale, a 40 ani di distanza. Possiamo esserne certi.
Cosa c’è di serio nello spettacolo che vediamo tutti i giorni?
Di fronte ad una crisi economica che dura da oltre tre anni, caratterizzata da un tasso di occupazione intorno al 60% (2 italiani su 5 tra i 25 e i 35 anni è disoccupato), di fronte all’ aumento delle tasse su chi lavora, di fronte all’esaurirsi dei risparmi delle famiglie, c’è chi passa il tempo con questi argomenti:
Stacco la spina o sostengo il governo…..Videomessaggio si o videomessaggio forse…. Mi dimetto o non mi dimetto… Chiedo la grazia o ricatto Napolitano…. Rinvio il voto della Giunta o riscrivo la legge Severino… Scateno i falchi o seguo le colombe… Vado ai servizi sociali o ai domiciliari… Rottamo il Pdl o rilancio il Pdl, anzi rifondo Forza Italia…..
Nanni Moretti direbbe: “Che dici vengo?
Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?
Carlo Verdone sbotterebbe: “ Aho, me sta a scoppia’ la testa”
Tuttora scorrazzano nel Parlamento e dintorni i fedelissimi che in questi giorni si sono impegnati a paragonare il loro “caro leader” a vari personaggi storici:
a Mandela (il falco Minzolini), a Tymoshenko (la Santa-chè), a Gesù Cristo (Alfano), a Gramsci (Guzzanti), a Che Guevara (Amicone), Unico Dio (Razzi), Aldo Moro (Rotondi), Pasolini (Sgarbi), D’Artagnan (Quagliarello).
Ci sono persone che a pensarle non mi viene in mente niente. Poi, ce ne sono altre che mi fanno pensare a sabbia insaccata o ad aria fritta.
Non posso dimenticare i 315 del Pdl che a Febbraio 2011 votarono a favore di Berlusconi nel caso Ruby e, per completare il quadro, non dimentico i 101 del Pd che ad Aprile 2013 bocciarono Prodi.
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Il Cavaliere senza cavallo appariva indeciso già da diverse settimane. Dopo la conferma della Cassazione sul lodo Mondadori è depresso: dover pagare al suo nemico De Benedetti 500 milioni non è una passeggiata. Non lo sarebbe nemmeno per Paperon de’ Paperoni.
Si può capire che Berlusconi sia frastornato. Cosa farà adesso? Si dimette prima del voto o aspetterà che la Giunta voti la sua decadenza da senatore?
E’ molto probabile che aspetterà. Dovendo scegliere tra dignità e vittimismo il Cav propenderà per il secondo. E’ più figo (leggi populista).
La telenovela mediatico-politico-giudiziaria che ha “incantato” milioni di italiani sta per concludersi. E’ ora di pensare e di operare per il nostro futuro, quello di tutti.
Lavoro, scuola, sanità, territorio, tanto per cominciare. Poi legge elettorale, non si sa mai!
La Concordia è riuscita a raddrizzarsi. E’ il segno che per l’Italia c’è ancora una speranza.
Ci sono i Francesco Schettino, ma ci sono anche gli italiani come Gregorio De Falco della Capitaneria di Porto di Livorno e come gli ingegneri dell’ operazione di recupero della nave, per non parlare dei milioni di sconosciuti che ogni giorno fanno la loro parte di cittadini per bene. A questi dobbiamo ispirarci, selezionando i migliori, i più virtuosi e privilegiando l’interesse comune.
Questo dobbiamo pretendere da noi stessi, e dalla classe politica.
Il nostro è indubbiamente un periodo di inquietudine, che alla lunga genera indifferenza ed egoismo. Ma l’uomo, rispetto agli altri esseri viventi, ha la possibilità di scegliere e la libertà di decidere.
Agiamo con passione e generosità. Ne vale della nostra vita e di quella dei nostri cari.
Alcuni giorni fa Massimo Gramellini, ricordando il dopo guerra, scriveva: “Milioni di appassionati della vita coniugavano i verbi al futuro, pur sapendo che non lo avrebbero goduto ma soltanto propiziato”.
Un saluto ai compagni, Raffaele Giannini