“Io nun ce l’ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t’hanno ancora buttato de sotto” La battuta ormai famosissima è attribuita al grande Petrolini, che la pronunciò durante uno spettacolo teatrale di successo, rivolto ad uno spettatore isolato che lo aveva fischiato disturbando il pubblico. Quante volte, pensando a Berlusconi e alla sua corte, a molti di noi sarà venuta in mente questa frase del grande attore comico romano? Anche Eugenio Scalfari, nei suoi sapienti editoriali, l’ha citata più volte. In effetti negli anni scorsi, quando le intemerate di Berlusconi ci facevano cadere le braccia, la frase di Petrolini diventava nostra e veniva spontaneo chiedere, con rabbia sconsolata, a quelli più vicini: ok, lui è ridicolo ed è fatto così, ma voi? Perché non intervenite?
Una risposta a questa domanda, come sappiamo, gli italiani non l’hanno mai avuta. Fatta eccezione per il tentativo di alzare la cresta, per motivi di bottega, da parte di Fini, i berluscones hanno sempre sviolinato sfacciatamente il loro leader, anche quando si comportava in modo indegno. Non c’è stato nessuno, dico nessuno che abbia espresso una parola di biasimo. Tutti senza vergogna. Che schifezza!
Mi viene in mente la battuta di Totò nel film “Miseria e nobiltà”.
Totò nella parte di Felice viene rimproverato dalla moglie Bettina perché lui ha trascurato il figlio Peppeniello:
Bettina sdegnata: Ma come può un padre, dico un padre, mandare il proprio figlio senza la camicia?
Totò mortificato: E’ vero, è vero, ma che diresti Bettina se il padre di quel ragazzo che non aveva la camicia, la camicia non ce l’aveva nemmeno lui?
E concludeva commiserandosi : Che schifezza!
Ecco la risposta: la corte del Cavaliere senza cavallo faceva schifo. Senza virtù lui e senza virtù tutti i suoi.
Sarà utile ricordare i loro nomi quando, alla caduta del regime, diventerà imperativo il loro allontanamento da ogni carica pubblica.
Ma chi erano i cortigiani del “caro leader? Ne cito alcuni a caso, ma la lista è incompleta :
Cicchitto, Gasparri, Santanchè, Verdini, Ghedini, Alfano, La Russa, Bondi, Biancofiore, Capezzone, Rotondi, Nitto Palma, Schifani, Brunetta, Gelmini, Giovanardi, Quagliarello, Lupi, Prestigiacomo, Brambilla. Più altrettanti che a vario titolo si sono meritati la qualifica di impresentabili per le loro bassezze o inadeguatezze, ad esempio Minzolini.
Nonostante i sussulti dell’ultima ora (stacca la spina… attacca la spina), il Cavaliere e i suoi stanno concludendo la loro storia. Sono gli ultimi fuochi fatui, quelli che si manifestano a livello del terreno in particolari luoghi come i cimiteri, le paludi e gli stagni delle brughiere. Siamo vicini alla fine di un’epoca decadente , ora dovremo pensare, tutti, alla ricostruzione.
Dice Barca: Ovunque sento l’illusione di scorciatoie e di un “deus ex machina”. Non ci sono. L’esperienza di altri paesi ci dice che la traversata é lunga. Che i gruppi dirigenti nuovi non cascano dal cielo. Vengono proprio dalla selezione che opera il conflitto delle idee. Ragione in più per cominciare questa traversata. In ogni luogo dove c’é nel paese forza innovativa.
Aggiungo un pro-memoria per il viaggio, è di George Bernard Shaw: Ci sono solo due qualità nel mondo: l’efficienza e l’inefficienza; e ci sono soltanto due tipi di persone: l’ efficiente e l’ inefficiente. Gli uomini più responsabili di destra e di sinistra se ne ricordino quando selezioneranno le nuove leve, privilegiando in particolare le virtù pubbliche dei candidati.
Al “caro leader” vorrei trasmettere il viatico di un uomo di grande ingegno, non era un magistrato e nemmeno un comunista: “La legalità è libertà. È meglio che tu sopporti l’ingiustizia piuttosto che il mondo sia senza legge. Perciò ciascuno si pieghi alla legge.” (Goethe 1749-1832)
Agli esitanti di tutti i partiti (compreso Violante) un consiglio dal “Talmud”: Se siete pietosi con i cattivi finirete poi per essere cattivi con i pietosi.
Un saluto ai compagni, Raffaele Giannini