Interrogazione parlamentare deputati PD. Firmatari: Realacci, Ferranti, Morassut, Bratti e Mariani

– Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
Premesso che:
il 22 luglio 2011, con decreto, il Presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza in relazione all’imminente chiusura della discarica di Malagrotta (Roma) e ha stabilito la conseguente necessità di realizzare un sito alternativo per lo smaltimento dei rifiuti;
Malagrotta è una nota discarica situata all’interno del territorio comunale di Roma, dove afferiscono i rifiuti del comune di Roma e di alcuni comuni della provincia di Roma; il sito ha un estensione di circa 240 ettari e al suo interno vengono scaricate ogni giorno tra le 4.500 e le 5.000 tonnellate di rifiuti, nonché 330 tonnellate di fanghi e scarti di discarica;
il 6 settembre 2011, con ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, è stata altresì disposta la nomina del prefetto di Roma a commissario per il superamento della situazione di emergenza ambientale legata alla gestione dei rifiuti;
la discarica di Malagrotta, secondo le analisi dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente del Lazio, costituisce la causa di fenomeni di inquinamento delle acque e dei terreni circostanti e lavora da anni in regime di continue proroghe, a causa dell’incapacità delle amministrazioni locali di individuare una concreta soluzione al problema;
i livelli di raccolta differenziata a Roma e nel Lazio sono di gran lunga al di sotto dei valori minimi previsti dalla normativa vigente: 17,4 per cento Roma e 12,9 per cento Lazio;
il 9 ottobre 2009 fu depositato presso la regione Lazio, la provincia di Roma ed il comune di Riano da parte della società CO.LA.RI. uno studio di impatto ambientale relativo alla realizzazione di una discarica per rifiuti urbani in località Quadro Alto, frazione di Riano (Roma) per una superficie di circa 4,5 ettari;
il 13 ottobre 2009, a risposta di quanto sopra, la regione Lazio, precisamente la direzione regionale energia e rifiuti, inviò una nota alla società CO.LA.RI., e per conoscenza al comune di Riano, alla provincia di Roma ed al dipartimento regionale ambiente – area valutazione impatto ambientale in cui veniva comunicato che «la domanda non poteva essere accolta dalla scrivente CO.LA.RI. in quanto contrastante con le norme di pianificazione regionale e nazionale […]» ;
in data 29 ottobre 2009, a sua volta, il comune di Riano rispose alla domanda di studio impatto ambientale comunica alla predetta CO.LA.RI. e per conoscenza alla regione Lazio che «l’istanza non poteva essere accolta in quanto contrastante con le norme di pianificazione comunale, regionale e nazionale[…]». Conseguentemente a tale diniego da parte della regione e del comune di Riano, la società CO.LA.RI. si rivolse al tribunale amministrativo regionale e ad oggi l’iter del ricorso è ancora in esame;
lo studio della regione Lazio del 2011 di analisi preliminare di individuazione di aree idonee alla localizzazione di discariche per rifiuti non pericolosi nella provincia di Roma riporta che: «il centro abitato di Riano ricade a circa 2,5 chilometri dal sito della discarica, che la zona abitata più vicina al sito è la frazione Quadro che si trova, in linea d’aria, ad oltre 700 metri lineari dal sito in esame mentre il centro abitato più grande è la frazione Monte Porcino Secondo che dista circa 1,5 chilometri dall’area di cava»;
dalle verifiche spontanee, effettuate da un comitato di cittadini, in riscontro al punto precedente, si ha contrariamente che l’effettiva distanza tra il centro abitato ed il sito della discarica è pari a 1,4 chilometri, la zona abitata più vicina si trova in linea d’aria a circa 500 metri lineari dalla futura discarica ed il centro abitato di Monte Porcino Secondo dista solo 800 metri;
anche secondo quanto era previsto dal progetto della CO.LA.RI. nel 2009 le distanze della discarica dal centro abitato, considerato come fattore escludente la regolarità dello studio, non deve essere inferiore ai 1.000 metri per i centri abitati e 500 metri dalle case sparse;
nell’analisi preliminare della regione del 2011 si riporta che:«l’area interessata dalla futura discarica è altresì una cava di tufo dismessa». In realtà, sempre secondo quanto riportato dai comitati di cittadini delle località interessate, la cava è in piena attività e le aziende che vi operano ne pagano regolarmente gli oneri dovuti all’attività estrattiva;
la regione Lazio nel 2009, come già detto, rigettava il progetto di discarica di Riano poiché in netto contrasto con la normativa regionale e nazionale mentre, ora, nell’analisi preliminare della regione del 2011, de facto identica a quella di due anni prima, essa ripresenta un progetto di discarica dieci volte più grande, pari a 45 ettari a fronte dei 4,5 del 2009, e lo considera idoneo;
in data 13 ottobre 2011 la società CO.LA.RI. ha poi acquistato dalla società Agricola Procoio Vecchio S.r.l. il terreno su cui insistono le cave ed i terreni limitrofi per una superficie di oltre 93 ettari per ospitare la discarica individuata dalla regione Lazio -:
se il Governo sia a conoscenza della questione e se essa corrisponda al vero; se non si intenda verificare celermente se la prevista discarica di Riano rispetti la normativa europea e nazionale per «la protezione della salute umana e dell’ambiente», ex articolo 13 direttiva 2008/98/CE, e per la quale l’Italia ha già avuto una procedura d’infrazione su Malagrotta;
se il Presidente del Consiglio dei ministri non intenda constatare con la massima urgenza la legittimità dell’ordinanza prefettizia di idoneità del sito di Quadro Alto, nel comune di Riano, stante il fatto che l’articolo 2, comma 2, del decreto di nomina a commissario stabilisce che «il commissario delegato, anche in deroga alle disposizioni indicate all’articolo 4 e fatto salvo l’obbligo di assicurare le misure indispensabili alla tutela della salute e dell’ambiente previste dal diritto comunitario, provvede, mediante procedure di affidamento coerenti con la somma urgenza o con la specificità delle prestazioni occorrenti», e posto che il sito di Quadro Alto non rispetterebbe le norme comunitarie in materia di discariche concernenti le distanze dall’abitato e l’inattività della cava.

Aggiungi ai preferiti : permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Protected by WP Anti Spam