Egregio Arcivescovo di Bologna,
chi Le scrive è un cittadino della Repubblica Italiana che domenica 24 p.v. eserciterà il dovere di voto per la scelta di chi Governerà il proprio Paese.
Mi sono letto e riletto quanto riportato dai giornali circa il suo ” vademecum del buon elettore”.
Premesso che se il vademecum corrispondesse al vero, ci potrebbero essere gli estremi della violazione dell’art.7; dell’art.3 della Costituzione Italia che recita al primo comma “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”” e dell’art.1, della L. 25 marzo 1985, n.121 Patti Lateranensi.
Lei liquida in poche parole il dibattito sulle unioni civili e matrimoni gay: “Nessuna civiltà, nessuna comunità nazionale fiorisce se non viene riconosciuto al matrimonio (…..) Equipararle a realtà che sono naturalmente diverse, non significa allargare i diritti, ma istituzionalizzare il falso”.
L’art. 21 della Costituzione Italiana garantisce il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.
Per quanto concerne la sua totale avversione verso i matrimoni gay e verso quei politici italiani che vogliono approvare i diritti civili e la legge sull’omofobia , mi preme umilmente ricordarLe che tutti noi, compresa la sua persona, siamo figli di un unico Dio. Quel Dio che voi tanto andate sbandierando come un Dio misericordioso, pronto all’ascolto e al perdono.
Lei asserisce che riconoscere i matrimoni gay, alla stregua della famiglia tradizionale sia istituzionalizzare il falso.
Chi è Lei per dire se un cosa è falsa oppure no? Si puo’ essere contrari o favorevoli ai matrimoni gay.
Lei è un prete, prima che Cardinale.
Il suo compito sarebbe quello di parlare di fede.
La politica la lasci agli altri, i politici eletti dal popolo sovrano e non dalla Chiesa di Roma a meno che Lei non voglia smettere l’abito talare e da laico mettersi a fare politica.
Voi avete tanti problemi da risolvere come la mancanza delle vocazioni sacerdotali; le chiese vuote; l’omosessualità nella Chiesa e i tantissimi casi di preti Pedofili.
Io sono convinto che il nostro Dio non si farà influenzare da nessuno.
Congedandomi da Lei mi rivengono alla mente:
Il Vangelo secondo Marco (Mc 10,17-30) “E’ piu facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” e
Le frasi pronunciate, ieri mattina all’,Angelus dal Pontefice Benedetto XVI: “La Chiesa, che è madre e maestra chiama tutti i suoi membri a rinnovarsi nello spirito, a ri-orientarsi decisamente verso Dio, rinnegando l’orgoglio e l’egoismo per vivere nell’amore”
” Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce”. “Non utilizzare Dio per il Potere”.
Distinti saluti.
Ciotti Maurizio cittadino italiano e credente dopo.
QUANDO IL REGISTRO DELLE UNIONI DI FATTO NEL NOSTRO COMUNE?
Da: MAURIZIO CIOTTI
Oggetto: La Chiesa siamo noi.
A: arcivescovo@bologna.chiesacattolica.it
Data: Lunedì 18 febbraio 2013, 11:42
Egregio Arcivescovo di Bologna,
chi Le scrive è un cittadino della Repubblica Italiana che domenica 24 p.v. eserciterà il dovere di voto per la scelta di chi Governerà il proprio Paese.
Mi sono letto e riletto quanto riportato dai giornali circa il suo ” vademecum del buon elettore”.
Premesso che se il vademecum corrispondesse al vero, ci potrebbero essere gli estremi della violazione dell’art.7; dell’art.3 della Costituzione Italia che recita al primo comma “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.”” e dell’art.1, della L. 25 marzo 1985, n.121 Patti Lateranensi.
Lei liquida in poche parole il dibattito sulle unioni civili e matrimoni gay: “Nessuna civiltà, nessuna comunità nazionale fiorisce se non viene riconosciuto al matrimonio (…..) Equipararle a realtà che sono naturalmente diverse, non significa allargare i diritti, ma istituzionalizzare il falso”.
L’art. 21 della Costituzione Italiana garantisce il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero.
Per quanto concerne la sua totale avversione verso i matrimoni gay e verso quei politici italiani che vogliono approvare i diritti civili e la legge sull’omofobia , mi preme umilmente ricordarLe che tutti noi, compresa la sua persona, siamo figli di un unico Dio. Quel Dio che voi tanto andate sbandierando come un Dio misericordioso, pronto all’ascolto e al perdono.
Lei asserisce che riconoscere i matrimoni gay, alla stregua della famiglia tradizionale sia istituzionalizzare il falso.
Chi è Lei per dire se un cosa è falsa oppure no? Si puo’ essere contrari o favorevoli ai matrimoni gay.
Lei è un prete, prima che Cardinale.
Il suo compito sarebbe quello di parlare di fede.
La politica la lasci agli altri, i politici eletti dal popolo sovrano e non dalla Chiesa di Roma a meno che Lei non voglia smettere l’abito talare e da laico mettersi a fare politica.
Voi avete tanti problemi da risolvere come la mancanza delle vocazioni sacerdotali; le chiese vuote; l’omosessualità nella Chiesa e i tantissimi casi di preti Pedofili.
Io sono convinto che il nostro Dio non si farà influenzare da nessuno.
Congedandomi da Lei mi rivengono alla mente:
Il Vangelo secondo Marco (Mc 10,17-30) “E’ piu facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio” e
Le frasi pronunciate, ieri mattina all’,Angelus dal Pontefice Benedetto XVI: “La Chiesa, che è madre e maestra chiama tutti i suoi membri a rinnovarsi nello spirito, a ri-orientarsi decisamente verso Dio, rinnegando l’orgoglio e l’egoismo per vivere nell’amore”
” Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso un falso bene, facendo credere che le vere realtà sono il potere e ciò che soddisfa i bisogni primari. In questo modo, Dio diventa secondario, si riduce a un mezzo, in definitiva diventa irreale, non conta più, svanisce”. “Non utilizzare Dio per il Potere”.
Distinti saluti.
Ciotti Maurizio cittadino italiano e credente dopo.