Nel corso delle manifestazioni di protesta contro la costruzione della discarica i cittadini hanno dimostrato grande creatività e capacità di analisi. Leggere gli striscioni e i manifesti era leggere proposte puntuali e denuncie circostanziate. Uno di questi, con grande capacità di sintesi, parlava di “Affari luridi” e certo il quadro è fosco, gli interessi enormi e i rifiuti, checché ne dica la Polverini, puzzano. Non possiamo che partire dall´inizio: la proprietà dei terreni. Quella di Quadro Alto è quantomeno problematica per non parlare di quella di Corcolle. Qui i terreni sono di proprietà della Brixia, una società anonima svizzera, che vede tra i suoi rappresentanti italiani Manuela Planner Terzaghi, che li ha affittati alla Ecologia Corcolle srl. Nel contratto d´affitto tra le due società si parla già della futura discarica. Tra i soci della Ecologia Corcolle c´è Giuseppe Piccioni, marito della Planner Terzaghi e due fratelli ventenni di Albano Laziale, Alessandro e Nicoletta Botticelli già socio dell´Asea. che doveva occuparsi del recupero ambientale di una vecchia cava di basalto a Lanuvio. Un recupero che si è trasformato in discarica di rifiuti. Il tutto senza controlli e in violazione delle normative ambientali. Risultato: l´intera area è stata sequestrata perché l´attività di gestione dei rifiuti non era a norma.
Per gli eventuali espropri, a chi lo Stato, cioè noi, verserà una montagna di euro?
L´affare rifiuti puzza. E non solo in senso letterale.
Piccola nota di colore, l´allora consigliere di opposizione Pietro di Paolo, oggi assessore regionale ai rifiuti, presentò una interrogazione urgente per sapere se il ripascimento della cava “contrasta con la presenza di fabbricati destinati ad uso civile, falde acquifere e pozzi artesiani nelle vicinanze del sito”. Ci piacerebbe mostrasse, da assessore, la stessa attenzione.
Chi ci guadagna?
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