Questa la lettera inviata oggi dal PD di Riano al nostro Segretario Bersani.
“Caro Segretario,
Ti scriviamo confidando di ottenere da te quell’attenzione che i nostri referenti naturali, le istanze provinciali e regionali del nostro partito, non hanno voluto concederci.
Il nostro circolo ha alle spalle molti anni di onesta opposizione che ci ha condotti, nel maggio dello scorso anno, per la prima volta, a diventare maggioranza nel nostro Comune. Tutti noi, elettori, militanti e dirigenti, siamo sempre stati orgogliosi della natura del nostro Partito ed abbiamo sempre creduto che il processo decisionale dovesse passare attraverso un ampio coinvolgimento democratico.
La dissennata vicenda della discarica di Roma ha annientato questa convinzione.
Non stiamo qui a ribadire le argomentazioni che esperti ed autorità hanno portato per bocciare il sito di Pian dell’Olmo. Qui vogliamo parlare di politica e di persone. Nello svolgersi di questa vicenda abbiamo, con dolore, constatato quanta distanza intercorre tra la base popolare e chi ricopre ruoli di guida che, in quanto tali, richiedono capacità di ascolto. Ci sono tra noi compagni che hanno militato un’intera vita nel nostro partito, persone convinte di essere parte attiva di un progetto comune, che si vedono schiacciate da scelte nate nel chiuso di poche stanze. Le nostre stanze.
Quando si è teorizzato il “partito leggero” probabilmente non si intendeva un partito che annulla il dibattito. Purtroppo questo è successo. Un ristretto numero di persone, legate le une alle altre da piccoli, e grandi, interessi ed ambizioni personali ha sequestrato le decisioni. Chi frequenta quelle stanze e non condivide quelle scelte tace, per non correre il rischio concreto di essere sbattuto fuori. Non è questo il partito che vogliamo e per il quale ci impegniamo.
Così non può continuare. Non possiamo accettare che il nostro partito sia appaltato a dei piccoli cacicchi che sacrificano alle loro ambizioni personali territori e comunità solo perché non ricadono nel loro bacino elettorale.
Noi siamo il Partito democratico che vogliamo. Aiutaci a crederci ancora.”
Condivido pienamente il contenuto e lo spirito della lettera, è quello che idealmente dovrebbe essere.
Molto spesso l’ideale s’infrange, come opportunamente avete scritto, contro interessi o slilenzi di opportunismo.
Sono queste mancanze che poi generano quel senso di fastidio verso una certa politica, che allontanano anche i più convinti dal percorso ideologico comune.
Personalmente credo che siano i segnali come quello che state trasmettendo che possono far riconsiderare ai Politici in genere, il ruolo di rappresantitività che essi debbono svolgere .
Essi, politici, sono l’espressione di un consenso popolare, diciamo. e non debbono mai dimenticarlo perche è da quest’arma che periodicamente passa nelle mani dell’elettore che dipende la loro ragione di esistere.La rappresentanza.
Il Cittadino elettore ha bisogno di punti di riferimento certi, che non possono essere stravolti da scelte di opportunità del momento.
Riflettevo sulle parole del Presidente Napolitano che riconsiderava le posizioni del PCI, definendole pregne di ideologie “sovietiche”.
Napolitani creddo che sbagli a rinnegare quel periodo che ha avuto espressioni di alta levature terminate con Enrico Berlinguer.
Non si può mettere sotto accusa il passato perchè le scelte del momento erano le scelte ritenute appropriate del momento stesso.
Oggi tante cose sono cambiate,il PD non ne è esente, ma mi domando se queti cambiamenti sono stati positivi od hanno creato confusione nella base
Gianfranco Gambellini
Sono Del partito da Berlinguer in poi,e stò vivendo questo momento difficile con ansia e dolore,e anche un pò di smarrimento di ideale politico.Mi addolora quando amici e vecchi compagni mi confidano che alle prossime elezioni voteranno :Mov.5 stelle E mi chiedo se sono io che sto sbagliando o loro.Spero nella seconda versione.Credo che il mio partito torni a fare politica Porta a porta come si faceva una volta.